Restituiamo dignità a chi ha perso tutto, portando solidarietà e umanità nei centri di accoglienza per trasformare l’attesa in speranza.
La Rotta Balcanica è diventata, a partire dal 2015, uno dei principali corridoi migratori terrestri verso l’Europa occidentale, utilizzato da migliaia di persone in fuga da guerre, persecuzioni e povertà. Si snoda principalmente dalla Turchia verso la Grecia, per poi attraversare i Balcani Occidentali – come Macedonia del Nord, Serbia e Bosnia Erzegovina – prima di tentare l’ingresso nell’Unione Europea attraverso la Croazia. La maggior parte delle persone che percorrono questa rotta proviene da Paesi come l’Afghanistan, la Siria, il Pakistan, l’Iran e l’Iraq.
Questo viaggio è caratterizzato da condizioni di estrema vulnerabilità e violenza. Le persone in transito, che includono famiglie, donne e molti Minori Stranieri Non Accompagnati, sono costrette a camminare per migliaia di chilometri, spesso attraverso boschi e montagne, affrontando rigidi inverni.
Incontrano regolarmente gravi problemi, tra cui l’assenza di servizi di base, la precarietà degli alloggi e, soprattutto, violazioni sistematiche dei diritti umani, come i respingimenti violenti (pushback) e gli abusi da parte delle forze di polizia sui confini. È in questo contesto di emergenza umanitaria e strutturale che si inserisce l’impegno di IPSIA.
Dal 2015, IPSIA opera incessantemente lungo la rotta migratoria dei Balcani Occidentali, affiancando le comunità locali e i partner internazionali nel fornire assistenza e dignità a migliaia di persone in transito. Il nostro impegno si è consolidato nel settembre 2017 con l’apertura del primo Social Cafè presso il Centro per Richiedenti Asilo di Bogovađa, in partnership con Caritas. Questi spazi sono nati con l’obiettivo di offrire un luogo sicuro per attività ricreative, animative e di socializzazione, migliorando la qualità del tempo e portando un messaggio di solidarietà e vicinanza umana alle persone ospiti dei campi.
Con lo spostamento della rotta, dalla primavera del 2018 l’attenzione si è focalizzata sull’emergenza migranti in Bosnia Erzegovina, un Paese in cui operiamo da quasi 30 anni. Inizialmente, è stata sostenuta la Croce Rossa locale a Bihać con la distribuzione di pasti caldi, la gestione di un info-point per distribuire vestiti e aiuti e l’organizzazione di attività con i bambini nell’allora campo informale di Borići.
Il nostro impegno si è intensificato nel dicembre 2018 con l’apertura del Social Cafè all’interno dell’allora Centro di Transito Bira a Bihać. Qui, operatori e volontari ogni giorno distribuivano centinaia di tè caldi e promuovevano attività di animazione e ricreazione per gli oltre 1500 ospiti del campo, anche durante il periodo della pandemia Covid. IPSIA si è impegnata nei campi per famiglie e minori non accompagnati come Sedra e Borići, portando anche in questi luoghi il modello del Social Cafè come buona prassi di intervento psico-sociale.
In seguito alla chiusura del campo di Bira nel 2020, il nostro lavoro si è concentrato nel Centro di Emergenza di Lipa. Dopo il devastante incendio del dicembre 2020 che ha raso al suolo il Centro, da gennaio 2021 e ancora fino ad oggi, IPSIA ha collaborato con l’Ufficio per gli Stranieri, IOM, la Croce Rossa locale e le altre organizzazioni e istituzioni per sostenere le persone alloggiate prima nel campo provvisorio e quindi nel nuovo Centro di Transito, inaugurato nel Novembre 2021, diventando un punto di riferimento cruciale per la popolazione migrante.
Oggi il nostro intervento si concentra principalmente sul Centro di accoglienza temporaneo di Lipa (unico campo rimasto aperto nella Regione che accoglie un totale di 1500 persone tra single men, famiglie e minori non accompagnati) e sul Centro per minori di Bihać, una struttura da 35 posti realizzata da IPSIA con Caritas Ambrosiana, che ospita sia minori migranti che minori locali particolarmente vulnerabili.
Le condizioni in cui si trovano a vivere le migliaia di migranti, inclusi minori e famiglie, lungo questa rotta sono estreme. Le violazioni dei diritti umani, gli abusi, la violenza da parte delle polizie sui confini lungo la Balkan Route e la precarietà della vita nei centri di accoglienza, sono una costante per chi è in cammino lungo questo percorso migratorio.
I Fondi raccolti tramite il Progetto Balkan Route Serviranno per Supportare:
- Attività psico-sociali e sostegno alle persone accolte nel Centro di Transito di Lipa
Il Centro di Transito di Lipa accoglie una popolazione eterogenea – single men, famiglie e minori non accompagnati – uniti dalla condizione di attesa e incertezza. L’obiettivo primario di IPSIA è contrastare l’isolamento e la frustrazione, fornendo strumenti di resilienza e autonomia attraverso attività ricreative, educative e di socializzazione che restituiscano controllo e dignità alla vita quotidiana nel campo.
- Social Cafè a Lipa: Spazio di decompressione e luogo di incontro, dove i nostri operatori distribuiscono giornalmente almeno 450 tè e caffè e offrono un punto di ascolto e orientamento per single men, famiglie e minori non accompagnati.
- Interventi di Sostegno Psico-Sociale e Comunitario: Organizzazione di attività sportive, workshop artistici e musicali, momenti di animazione e ricreazione che aiutino le persone nei Centri di Transito a contrastare il vuoto delle lunghe giornate di attesa nei campi e promuovano il benessere psicofisico degli ospiti.
- Attività Educative: Organizzazione di attività educative come corsi di Italiano e Inglese, informatica, alfabetizzazione, per fornire competenze utili e occupare il tempo in modo costruttivo.
- Cucine Collettive: Fornitura di legna e pacchi alimentari per le cucine collettive del campo, dove gli ospiti possono preparare i propri pasti in autonomia, un gesto fondamentale per mantenere un legame con la propria cultura, avere il controllo sulla propria vita e la propria indipendenza.
- Progetti di Inclusione: Organizzazione di attività di scambio tramite gite, visite culturali e progetti di cucina condivisa per facilitare l’integrazione e la conoscenza tra gli ospiti dei Centri di transito e la popolazione locale.
- Cura e Protezione dei Minori (Centro Inclusivo di Bihać per Minori Migranti e Locali)
In questo centro, IPSIA si impegna a garantire la massima dignità e il migliore percorso individuale per tutti i suoi ospiti: i Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA), ragazzi e ragazze che viaggiano senza la propria famiglia, e i bambini vulnerabili della comunità locale che non hanno figure parentali di riferimento stabili e che vengono individuati dai Servizi Sociali locali. Per questi minori, l’intervento si focalizza sulla creazione di un ambiente che possa compensare la mancanza della famiglia e di figure adulte di riferimento, offrendo loro protezione, affetto e opportunità di sviluppo.
- Assistenza e Protezione H24: Fornita assistenza continua 24 ore su 24, assicurando un ambiente sicuro e protetto, fondamentale per la tutela dei minori in condizioni di vulnerabilità estrema, grazie all’intervento di educatori, psicologi, mediatori, animatori e servizio di sicurezza.
- Sostegno Materiale Completo: Forniti vestiti, cibo e prodotti igienici per tutti gli ospiti, coprendo ogni bisogno materiale primario.
- Supporto all’Istruzione: Facilitato l’accesso allo studio e garantita la frequenza alla scuola e all’asilo locale per i bambini del centro, assicurando il necessario supporto logistico ed educativo (compiti, doposcuola) per l’integrazione nel sistema di istruzione bosniaco.
- Attività Ricreative e Sportive: Promozione di attività outdoor e sport, attività ricreative e supporto psico-sociale continuo per favorire una crescita sana e l’integrazione con il contesto locale.
- Laboratori e attività Psico-Sociali: Organizzati quotidianamente laboratori artistici, musicali, di danza e workshop creativi per offrire canali di espressione emotiva e sostegno psicologico, con un ruolo cruciale degli animatori nel promuovere il benessere.
- Integrazione e Socializzazione: Organizzazione di attività congiunte e progetti di integrazione tra i minori ospiti della casa e i bambini locali, rompendo l’isolamento e favorendo la socializzazione e l’accettazione reciproca, creando ponti tra comunità diverse.